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    Laureata in Scienze Biologiche con PhD in Biologia Umana e Genetica Medica. Si è inoltre specializzata sia in Biochimica Clinica che in Genetica Medica.
    Docente di “Genetica Medica" presso l'Università degli Studi di Roma "Tor Vergata".
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    La dr.ssa D'Ambrosio svolge la propria attività dal 1990.
    Collabora con importanti Studi Legali Associati ed è il referente per la Genetica Forense di diverse associazioni ONLUS
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riccardo iii
Fonte: Focus

Riccardo III, il re che ha ispirato l’omonimo dramma di Shakespeare, morì a soli 32 anni nel 1485 e dei suoi resti non si seppe più nulla sino al 2012, anno in cui ci fu un’eccezionale scoperta archeologica. Nel 2012 infatti vennero ritrovati, nei pressi di un parcheggio a Leicester, tra i resti di un convento Francescano, alcuni resti scheletrici che, in base anche alle ricostruzioni storiche, sarebbero potute appartenere a Riccardo III.

Un eccellente team di scienziati dell’Università di Leicester ne ha studiato sia il Dna, in particolare il mitocondriale, che rientra nell’eredità matrilineare, e quello legato al cromosoma Y, che segue invece la linea paterna.


Confrontando questi dati con i quelli elaborati dai profili di alcuni discendenti, attualmente in vita, che si sono resi disponibili, hanno riscontrato il match atteso. In questo imponente studio, è stato possibile constatare che le famiglie reali non erano “immuni” dall’infedeltà, in altre parole, è possibile che alcuni re non lo furono di diritto e per discendenza da un punto di vista “genetico”.

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