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    Laureata in Scienze Biologiche con PhD in Biologia Umana e Genetica Medica. Si è inoltre specializzata sia in Biochimica Clinica che in Genetica Medica.
    Docente di “Genetica Medica" presso l'Università degli Studi di Roma "Tor Vergata".
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    La dr.ssa D'Ambrosio svolge la propria attività dal 1990.
    Collabora con importanti Studi Legali Associati ed è il referente per la Genetica Forense di diverse associazioni ONLUS
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    La dr.ssa D'Ambrosio è iscritta a:

    - Ordine Nazionale dei Biologi
    - Albo dei Consulenti Tecnici del Tribunale Civile di Roma
    - Albo dei Consulenti Tecnici del Tribunale Penale di Roma
    - Albo speciale dei consulenti Tecnici del Tribunale Civile di Roma - Competenza Genetica Medica



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    La dr.ssa D'Ambrosio è iscritta all'elenco ufficiale dei revisori CTU dell'Ordine Nazionale dei Biologi istituito con delibera n. 339 del 18 aprile 2019.
    Visualizza la delibera

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barcodeL’esperienza maturata nell’ambito della messa a punto delle tecniche di genetica forense per la definizione dei profili genetici e per l’analisi della frequenza dei polimorfismi nelle diverse popolazioni è alla base dei progetti di ricerca nei quali la Dr.ssa D’ambrosio è direttamente coinvolta in collaborazione con gruppi nazionali e internazionali. Al momento il progetto di maggiore interesse, condotto presso la U.O.C. Laboratorio di Genetica Medica dell’Università La Sapienza, è volto alla definizione delle frequenze dei polimorfismi autosomici, dei cromosomi X e Y e del DNA mitocondriale in popolazioni provenienti dall’Azerbaijan e dall’Iran. Tale dato è fondamentale per rispondere a quesiti di ordine civile e penale che coinvolgano soggetti provenienti da questi Paesi, cosa che, dato il continuo incremento di immigrati che l’Italia accoglie ogni anno, appare una esigenza non più prorogabile. In particolare si sta analizzando la popolazione dei Qashqai che vive nella regione Fars, el Sud della Persia, e che insieme ai Khamse e ai Mammassani rappresenta una delle tre popolazioni nomadi costituita da oltre 147.000 soggetti ovvero da circa il 12,5% di tutti i nomadi dell’Iran. Tale progetto vuole inoltre contribuire a una migliore definizione dei percorsi migratori, dei possibili eventi di incrocio e delle peculiarità di ogni popolazione ancora oggi talvolta non ben definite per mancanza di studi di antropologia molecolare.

Parte di questo studio è stato oggetto di pubblicazione nel XVI Congresso SIGU SIGU 2013

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